Salsa di pomodoro, una storia di presunti avvelenamenti e di successo mondiale

Salsa di pomodoro, una storia di presunti avvelenamenti e di successo mondiale

ZACMI e la salsa di pomodoro, quali sono le connessioni?


Prima di svelarvi una serie di curiosità inattese e di aneddoti sconosciuti ai più sulla salsa di pomodoro, cerchiamo di capire perché abbiamo deciso di trattare proprio questo prodotto nella puntata numero 4 del Worldwide Tour di ZACMI.

Come ormai siamo certi sappiate, questa rubrica ha lo scopo di parlare dei nostri tecnici trasfertisti, il cui preziosissimo e imprescindibile lavoro consiste nel recarsi nelle sedi dei nostri clienti e di effettuare differenti interventi di assistenza post vendita, di manutenzione dei macchinari, di training e di formazione del personale, supportando le aziende nell’avviamento del nuovo macchinario.

Proprio di quest’ultimo aspetto abbiamo parlato nella puntata precedente, mentre oggi vogliamo sbirciare dalla serratura di una grande azienda italiana che produce salsa di pomodoro e raccontarvi di come abbiamo effettuato il training del personale, consentendo loro di divenire del tutto indipendenti nello svolgimento delle operazioni base di aggraffatura con un nostro macchinario.

La foto di copertina mette in evidenza proprio una serie di strumenti che vengono utilizzati per regolare l’aggraffatrice stessa. Ma di questo parleremo, nel dettaglio, tra pochissimo.

La seconda finalità di questa rubrica, lo sapete, riguarda gli aspetti culturali del comparto F&B e, poiché i nostri macchinari sono indispensabili nella lavorazione di moltissimi alimenti e bevande a uso umano e animale, abbiamo deciso di approfondire, di volta in volta, uno specifico prodotto. 

E, in questo preciso caso, la salsa di pomodoro ne ha di cose da raccontare. E allora cominciamo!

Da mela avvelenata, a mela d’amore, a mela dorata. Lo strano caso del pomodoro


Se ve lo state chiedendo, Biancaneve  e i fratelli Grimm non c’entrano nulla, anche se, per le modalità con cui si è sviluppata la storia del pomodoro nel nostro continente, non si fatica a riconoscerle alcune parvenze fiabesche.

Dovete sapere che il pomodoro, provenendo da oltre oceano, arrivò in Europa solo nel XVI secolo, grazie all’esploratore e militare spagnolo Hernan Cortes.

Dal punto di vista botanico, esso è la bacca di una pianta (Solanum lycopersicum) originaria dell’America Centrale e del Sudamerica, molto utilizzata dagli Aztechi che le attribuivano proprietà afrodisiache. È per questa ragione che, in Francia, venne inizialmente definito pomme d’amour.

Il nome azteco era invece “xitomatl” o “tomatl,” da cui il tomato/tomate di spagnolo, inglese, tedesco e francese. Ma perché in Italiano si chiama pomodoro (pomo d’oro), allora? Tra poco lo scopriremo.

Fu certamente la Sicilia la prima a conoscere l’esistenza di questo ortaggio, simile nelle parvenze a una mela, grazie alla diretta influenza sull’isola da parte della Spagna.

Inizialmente, il pomodoro venne considerato velenoso, soprattutto tra gli aristocratici, che lo chiamavano, appunto, “mela avvelenata”.

Questa credenza, che però fu dura a morire, era dovuta al fatto che i ricchi europei utilizzavano piatti di peltro, ricchi di piombo, i quali, a causa dell’acidità dei pomodori, rilasciavano – appunto – piombo durante la cottura, causando avvelenamenti e intossicazioni.
La pianta di pomodoro, inoltre, assomigliava molto all’erba morella, solanacea con elevate proprietà sedative.

Assieme a quella della patata la pianta di pomodoro fu infatti ritenuta una mera pianta ornamentale, soprattutto grazie alle sue bacche dorate. Dovete sapere, infatti, che prima delle selezioni effettuate in ambito botanico, il colore del pomodoro era un bel giallo dorato. 

Ecco spiegata l’origine del nome giunto sino a noi: pomo d’oro, mela dorata.

Come il pomodoro divenne cibo


È molto difficile ricostruire il percorso che condusse questa pianta a divenire, da semplice decorazione, a ingrediente di piatti, ricette e pietanze.

È solo nel XVII secolo che si possono, infatti, trovare le prime sporadiche segnalazioni di un uso in ambito alimentare del pomodoro.
Esso era consumato fresco, spremuto o bollito e Antonio Latini, cuoco napoletano, nel suo libro “Lo scalco alla Moderna” del 1692, parla di una ricetta che definisce “salsa di pomodoro alla spagnuola”.

Bisognerà aspettare il 1800 per vedere la diffusione delle colture di pomodoro a scopo culinario in tutta Europa.

Pare che fu soprattutto grazie all’invenzione della pizza (1880) – che utilizzava la salsa di pomodoro come ingrediente fondamentale – che il pomodoro iniziò davvero a superare le diffidenze europee e a diffondersi capillarmente in cucina.
Questa, tuttavia, potrebbe anche essere una leggenda che a noi italiani fa particolarmente piacere credere, per ovvie ragioni campanilistiche.

Nessuno neghi, però, che una bella pizza con la “pummarola n’coppa”, la mozzarella e qualche foglia di basilico non richiami subito alla mente il tricolore e i profumi tipici della cucina nostrana.

Di certo, comunque, sappiamo che questa solanacea trovò nel clima mediterraneo italiano un ambiente perfetto per prosperare tanto che, oggi, la salsa di pomodoro è diventata un simbolo della gastronomia del Bel Paese e i pomodori nostrani sono considerati tra i migliori al mondo, grazie anche alla qualità del terreno e alle  avanzate tecniche di coltivazione.

ZACMI e la salsa di pomodoro. Come aiutiamo le aziende a far giungere sugli scaffali questo prodotto


Come certamente saprete il pomodoro è un alimento altamente consumato in Europa e in tutto il mondo e, nelle zone in cui ZACMI è nata, Parma e dintorni, esistono moltissime realtà che producono una salsa di pomodoro di primissima qualità, tanto che, assieme a Campania, Puglia e Sicilia, l’Emilia è considerata un’eccellenza in questo campo. Avremo modo di farvi conoscere moltissimo sui processi produttivi della salsa in una nuova rubrica di cui parleremo nelle settimane a venire.  

Oggi però, dopo aver svelato alcune curiosità sul pomodoro, vogliamo raccontarvi del supporto che abbiamo dato a una grande azienda italiana (per ragioni di privacy non possiamo svelarne il nome) che, producendo salsa di pomodoro, utilizza, all’interno della propria linea produttiva, le aggraffatrici ZACMI.

I nostri tecnici si sono recati direttamente nella sede del cliente e hanno eseguito un training del personale, strutturando la formazione in due specifiche sessioni.

Una parte teorica, in cui hanno illustrato il funzionamento del macchinario nei dettagli, corredando il tutto con dispense e specifico materiale informativo che possa fungere da base per qualsiasi necessità tecnica il cliente dovesse avere.

Una parte pratica. Ed è qui che vi invitiamo a guardare la foto.

Non ci addentriamo troppo nei particolari tecnici ma siamo sicuri che noterete un mazzetto di fili.
In realtà si tratta di sondini calibrati che servono a regolare le rolline. Grazie a questi strumenti viene effettuata quella che viene definita regolazione in accostamento.

Le chiavi nere servono invece ad ulteriori regolazioni meccaniche mentre all’estrema destra è presente un comparatore che permette di regolare l’altezza della rollina rispetto al mandrino.

Ma a cosa serve tutto ciò?

La regolazione è fondamentale per rispettare i parametri standard di aggraffatura, poiché è necessario che vi siano alcuni specifici valori di luce tra il labbro del mandrino e quello della rollina. 

Stiamo parlando di pochi centesimi che tuttavia sono fondamentali per riconoscere un aggraffatura perfetta da una difettosa.

Grazie alla formazione effettuata dai nostri tecnici, gli operai all’interno dell’azienda, nel caso in cui venga rilevato un difetto di aggraffatura, sono ora completamente autonomi nella risoluzione del problema

Questo si traduce, com’è intuibile, in un risparmio notevole di tempo, denaro e in una migliorata efficienza dell’intera linea produttiva, poiché le operazioni base possono essere effettuate internamente all’azienda senza la necessità di un intervento di tecnici terzi.

Oltre a questo tipo di formazione, i nostri specialisti hanno presentato delle simulazioni dei  possibili difetti, mostrando al cliente cosa accade, come riconoscere gli errori di aggraffatura e spiegando loro come risolvere velocemente il problema.

È così che, grazie al continuo supporto che forniamo alle aziende che scelgono i nostri prodotti, all’ottimizzazione dei processi produttivi a cui miriamo attraverso la progettazione di macchinari altamente ingegnerizzati e a un’assistenza post vendita puntuale e curata, ZACMi contribuisce a far arrivare sui vostri scaffali uno dei prodotti più amati ed iconici dell’arte culinaria italiana: il pomodoro. Questa volta sotto forma di salsa.

20.05.2024